La donna che amava Peppino di Capri

Maria aveva ottantacinque anni e un sogno: conoscere Peppino di Capri. La vita le aveva dato tutto: un marito fedele, almeno credeva, una figlia e due nipoti che la trattavano come una regina. Da quando era rimasta vedova, poi, era diventata ancora più autorevole, sedeva a capotavola, deliberava sui menù della domenica e tutti la consultavano prima di prendere decisioni. Era una donna severa, ma sempre pronta a dare i giusti consigli. La nipote maggiore, in particolare, la considerava una specie di oracolo. Si chiamava Valeria, aveva vent’anni e gli occhi più belli di Castellamare di Stabia.

Una domenica, mentre l’allegra famiglia era riunita a pranzare davanti al Tg1, la signora Maria ebbe un sussulto. C’era un servizio sui concorrenti del festival di Sanremo. E, magicamente, venne confermato dopo anni il ritorno del suo Peppino! Il titolo della canzone, poi, la lasciò senza parole: “Evviva Maria”. Era il 1990.

Maria si ammutolì, lasciando perplessa la sua famiglia che invece la guardava sorridente. Si alzò da tavola prima del tempo e disse che andava a riposare, senza nemmeno aspettare la pastiera che ogni domenica le nipoti prendevano in pasticceria.  

Valeria poco dopo la seguì. “Che c’è?”, le disse, trovandola seduta sul letto con gli occhi fissi alla parete.

«Sto diventando vecchia, e sento che il mio ultimo treno sta passando.»

«E dove dovrebbe portarti questo treno?»

«A Sanremo… io devo conoscere Peppino. La sua canzone Champagne mi ha fatto innamorare prima della vita e poi di mio marito, che non c’è più.»

Valeria guardò sua nonna e non le sembrò più la donna saggia che aveva sempre in mano la verità. Era una ragazzina indifesa e sognante. La lasciò a guardare il muro e tornò in salotto giusto in tempo per la pastiera. Ma le si era chiuso lo stomaco, così telefonò di nascosto a un’agenzia di viaggi. Trovò un treno in offerta per il sabato, che partiva all’alba e arrivava nel pomeriggio nella città dei fiori. Senza neanche consultarsi con sua madre o sua sorella, acquistò i biglietti.

Tornò in camera della nonna e le sussurrò: “Nonna preparati. Sabato ti porto a Sanremo e farò di tutto perché tu possa incontrare il tuo Peppino. Non te lo prometto, ma dobbiamo provarci.»

Dopo un minuto, la nonna era già in piedi ad aprire i cassetti per scegliere come vestirsi. Era troppo emozionata per piangere e non voleva farsi vedere davanti a sua nipote. Quando tornarono a tavola e comunicarono la notizia, tutti le guardarono come due matte, ma nessuno osò commentare.

Quella settimana Maria andò dal parrucchiere due volte per cambiare sfumatura di grigio e alla fine lo fece fare un po’ troppo azzurrino.

Nel lungo viaggio in treno deliziò sua nipote con pizza fritta e altre prelibatezze che aveva preparato lei stessa. Passò tutto il tempo a pregare San Gennaro, mentre Valeria leggeva Novella 2000 che spiegava come trovare i cantanti. Arrivarono a Sanremo all’ora del tramonto, che quella sera era così rosa che sembrò loro di buon auspicio.

Dopo aver posato le borse in una piccola pensione, corsero davanti all’Ariston, dove Maria fece circa 36 foto in tutte le posizioni. Ma Valeria aveva comunque deciso di mettere mano ai suoi risparmi e voleva provare a portare la nonna ad assistere alla serata. Purtroppo una hostess antipatica, dopo averle squadrate dalla testa ai piedi, sentenziò che “i biglietti erano esauriti e che comunque sarebbero stati carissimi.”

Valeria non replicò nulla, prese la nonna sotto braccio e la portò fino all’hotel Royal, dove aveva letto che dormivano i cantanti più importanti. Dopo qualche insistenza, un cameriere le confermò di nascosto che Peppino soggiornava lì e che doveva ancora rientrare.

Senza dire nulla alla nonna, Valeria la fece accomodare su una poltrona in attesa. Aspettarono mezz’ora, poi un’ora, poi un’ora e mezza. La signora Maria era comunque contenta di vedere quel via vai di fotografi e giornalisti che inseguivano Nikka Costa e si sentiva comunque una star. Decise di fare una pipì in bagno, lasciando Valeria a occuparle la poltrona. Dopo un istante, in hotel comparve un uomo elegante con un Borsalino in testa, accompagnato da un’assistente e un paio di persone. Valeria non ci poteva credere: Peppino di Capri era arrivato proprio quando sua nonna stava facendo la pipì!

Si avvicinò a lui senza guardare in faccia nessuno: “Peppino, Peppino… vorrei farti conoscere una persona che ti ammira da sempre… siamo venute qui apposta per te.” Peppino ebbe un momento di spaesamento. Gli occhi di Valeria erano così intensi e profondi che faceva fatica a seguirla.

In genere aveva fans di una certa età e invece questa ragazza e la sua amica volevano conoscerlo a tutti i costi. Il manager però gli ribadì che erano troppo in ritardo e lo trascinò via. Valeria lo supplicò ancora un attimo dicendo che la persona si chiamava… Maria.

Poco dopo, mentre Valeria era disperata e non sapeva come raccontare a sua nonna a una sfortuna simile, l’assistente di Peppino tornò con una busta: “Qui ci sono due biglietti per stasera. Siete suoi ospiti.”

Le due si abbracciarono incredule e tornarono alla pensione con l’energia di due ragazzine. La nonna, anziché chiedere alla nipote, si convinse che era un miracolo di San Gennaro.

Si misero in ghingeri come due star. Quando entrarono all’Ariston, trovarono la hostess che le aveva umiliate poco prima, e le accompagnò al posto: “Siete in prima fila, come avete fatto?”. La nonna Maria la fulminò: “Siamo gentili con tutti.”

Le due non ci potevano credere di essere in diretta televisiva sedute a un passo da Alba Parietti. Tutti i parenti rimasti a Castellamare di Stabia avevano organizzato visione collettiva con melanzane alla parmigiana e quando venivano inquadrate urlavano. Sembrava una partita del Napoli.

Maria, per la sua prima volta all’Ariston, aveva tirato fuori anche la collana di perle. Nulla però sembrava impressionarla: né i Pooh, né Gabriella Carlucci, né i Depeche Mode. Erano le 22.33 quando venne finalmente annunciato “Peppino di Capri”. Maria si ammutolì. Era lui. Era lì. Lei allungò la mano e trovò quella di Valeria, ancora più emozionata.

Sul secondo ritornello di “Evviva Maria” la signora decise di alzarsi in piedi e battere le mani a tempo, noncurante del resto. Peppino valeva una standing ovation. Anche sua nipote la seguì, e il gesto colpì l’artista che iniziò a sorridere verso di loro. Sembrava che le cantasse una serenata.

Alla fine, durante gli applausi, alcune signore lanciarono fiori sul palco. Prima di uscire, Peppino ne raccolse uno e si avvicinò verso la prima fila. Maria non ebbe alcuna esitazione. Era il suo sogno. Era il suo bouquet. Lo prese, gli mandò un bacio e tornò a sedersi con gli occhi pieni di giovinezza.

 

Condividi l'articolo

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *