Il caffè e lo sport

Un buon caffè aiuta a superare un momento di stanchezza fisica e mentale ma per gli sportivi è una sostanza ergogenica? E che relazione intercorre tra il caffè e la performance agonistica? Scopriamolo.

La prima considerazione da fare è che il caffè nasce dalla lavorazione delle drupe di piante tropicali che si differenziano in diverse specie. Le due tipologie più usate sono la Coffea Arabica e la Coffea Robusta, ugualmente pregiate ma diverse per quantità di caffeina, aroma e corposità. La caffeina è presente in maggiore quantità nella Robusta ed era usata in Etiopia, già nell’antichità, per il potere energizzante che permetteva di resistere a lunghe fatiche. Oggi diverse ricerche evidenziano che la nostra bevanda preferita migliora i livelli di attenzione, perché agisce positivamente sul sistema nervoso centrale. Cosa accade, però, quando beviamo il caffè prima di un impegno sportivo? E quale può essere il numero di tazzine da assumere per avere un significativo miglioramento della performance?

Per rispondere a queste domande è opportuno sottolineare che la caffeina è un alcaloide, con proprietà che possono essere medicinali: molti analgesici contengono, infatti, caffeina ed è noto come questa agisca, per esempio, contro il mal di testa. In ambito sportivo è stato dimostrato che tale sostanza influisce positivamente sulla prestazione durante lo sforzo agonistico, perché aumenta la forza di contrazione del cuore e la gittata cardiaca, portando un maggior apporto di ossigeno alla muscolatura. La caffeina permette all’atleta di bruciare i grassi, facendogli risparmiare il glicogeno accumulato nei muscoli e nel fegato, che diventa una importante riserva per le fasi finali dell’attività. In mancanza di questa riserva energetica si avrebbe un calo della prestazione, soprattutto negli sport di lunga durata. Non solo: il caffè assunto prima dello sforzo fisico consente anche di recuperare più velocemente il glicogeno muscolare a fine gara e, se bevuto durante l’attività, aiuta a mantenere elevata l’intensità dello sforzo agonistico.

Sugli effetti positivi della caffeina rispetto all’impegno fisico incide, però, una importante variabile: la stessa quantità di caffè presa da un forte consumatore ha effetti diversi da quelli prodotti su chi non lo assume abitualmente o lo fa in misura contenuta. Nel secondo caso i benefici sulla prestazione sono maggiori. Per quanto riguarda, invece, le quantità di caffè che possono influenzare positivamente il raggiungimento dell’obiettivo sportivo, è importante sapere che le dosi di caffeina  contenute in una tazzina dipendono dal tipo di caffè e dai metodi di preparazione. Circa 60 mg caratterizzano l’espresso fatto con la miscela Arabica, mentre una concentrazione tra i 60 e i 120 mg connota la tazzina con la Robusta. La dose di caffeina risulta, poi, più elevata se la preparazione avviene con la napoletana, mentre è più bassa con la moka. Perché l’atleta, sottoposto ad uno sforzo prolungato, possa godere dell’effetto ergogenico, l’assunzione dovrebbe essere intorno ai 4 mg per chilo del suo peso corporeo. Il numero di tazzine varia, però, in base ai parametri precedentemente esposti.

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