Il caffè in canzoni, fumetti e TV, compreso l’omino con i baffi di Paul Campani

Se pensando alle opere di goldoniana memoria ci torna alla mente la “Bottega del caffè” anche le canzoni, i fumetti, gli spot e le fiction Tv di questi anni ci ricordano che il caffè è spesso un protagonista assoluto.

Il caffè è un intenso piacere per i sensi e per l’intelletto ma riveste anche una valenza simbolica. Nel 1700 è già un simbolo: a Parigi, a Londra e a Venezia le caffetterie sono frequentate da Voltaire, Diderot, Defoe, Casanova e Goldoni che, bevendo caffè fumante, discutono di temi illuministi. Anche nel terzo millennio l’aromatica miscela occupa sempre un ruolo di primo piano, sia come elemento di socializzazione e di relax che di comunicazione. Qualche esempio? Eccolo!

Richard Castle, protagonista della serie televisiva statunitense omonima, è uno scrittore di grande successo. Appassionato bevitore di caffè regala una macchina per l’espresso al dipartimento di polizia con cui collabora: lui e l’affascinante Kate Beckett della Squadra Omicidi, durante le dinamiche operazioni in cui svolgono rilievi ed indagini sono accompagnati dall’immancabile bicchierone di carta, pieno di caffè bollente. Ma Castle non è l’unico ad amare il caffè: la fiction “Una mamma per amica” ha proposto spesso immagini in cui il bel Luke serve la bevanda e le Gilmore sono munite del bicchierone take away che allieta le loro vicende. Irrinunciabile anche la citazione per una sit-com molto amata e realizzata in questi ultimi anni: “Camera Café”. Attorno alla macchinetta dell’azienda e bevendo caffè i dipendenti raccontano e si raccontano.

Non abbiamo visto le serie televisive sopra citate ma adoriamo la musica e le cuffie sono l’immancabile accessorio delle nostre scattanti giornate? Allora questa potrebbe essere l’occasione per ascoltare autori che hanno celebrato il caffè in vari modi, partendo dalle canzoni dedicate ai più piccini come “Ninna nanna del chicco di caffè” o “Il caffè della Peppina”. Entrati nell’immaginario collettivo, questi brani parlano di un simbolo che accomuna tutte le generazioni. Ma la musica ci regala anche altre perle: Alex Britti, in chiave blues e pop canta i 7000 caffè necessari al protagonista per guidare e arrivare da lei. De André con “Don Raffaè” esalta la bontà della bevanda preparata in carcere “Ah, che bellu ccafè sulo`n carcere `o sanno fa’, co’ `a recetta ch’a Cicirinella” e, ancora più esplicito, Domenico Modugno racconta: “Ah! che bello ‘o ccafe’! Sulo a Napule ‘o ssanno fa’ E nisciuno se spiega pecche’ E’ ‘na vera specialità”. Anche Fiorella Mannoia con “Caffè nero bollente” ci parla di chi ammazza il tempo bevendolo, mentre per Battiato la canzone “Caffè de la Paix” rappresenta il viaggio nel profondo del proprio mistero.

A narrare la storia leggendaria del caffè e del suo scopritore etiope ci ha pensato la disegnatrice Valentina Raddi con un avvincente fumetto preparato per il Pausa Caffè Festival. Ma la la comunicazione passa anche attraverso simboli diventati intramontabili, grazie a campagne televisive nate nei lontani anni Cinquanta. Uno tra tutti è l’Omino con i baffi, disegnato dal fumettista Paul Campani e icona della moka Bialetti. Abito scuro, papillon e cappello, l’Omino degli spot di Carosello è inanimato e sulla bocca si vedono le lettere delle sue frasi. Soprattutto è un intenditore di caffè e come tale avverte: “Eh sì, sì, si… sembra facile fare un buon caffè!”.

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