Curiosità e origini del caffè Robusta

In fatto di miscele ogni estimatore del caffè ha le sue preferenze ma forse non tutti conoscono l’origine delle singole varietà. Ecco qualche curiosità sulla seconda varietà di caffè più diffusa, la Coffea Robusta.

La famiglia delle Rubiacee, a cui il genere Coffea appartiene, comprende quasi 90 specie. Quelle usate per la preparazione del caffè, però, sono solo 4: la Coffea Arabica, la Coffea Canephora, la Coffea Liberica e la Coffea Excelsa. Circa il 70% delle coltivazioni mondiali sono dedicate alla Coffea Arabica, la varietà più pregiata. Ma nella maggioranza delle miscele l’Arabica è supportata dalla Coffea Robusta. Vediamo quali sono le sue caratteristiche.

Coffea Canephora

Il nome scientifico della Robusta è Coffea Canephora: solo in un secondo momento si cominciò a usare il termine “robusta” in virtù della sua adattabilità e dalla sua resistenza a climi secchi e agli attacchi di malattie e parassiti. Questa proprietà deriva dall’alta percentuale di caffeina (il doppio rispetto all’Arabica) che funge da antiparassitario naturale. La pianta è sempreverde e arriva a ben 10 metri d’altezza con foglie che raggiungono i 40 cm. I chicchi prodotti da questa varietà sono più piccoli rispetto a quelli dell’Arabica, tondeggianti e con solco centrale dritto. Una curiosità: il fiore della Coffea Canephora, di colore bianco con un cuore color mattone, profuma di limone e gelsomino.

La zona di produzione

La Coffea Canephora è originaria dell’Africa Occidentale ma oggi la zona di produzione è più ampia e comprende la fascia tropicale che va dall’Africa all’Indonesia, dalla pianura a un’altitudine di 600 metri sul livello del mare. Un grande produttore di questa varietà è il Vietnam.

Un po’ di storia

La produzione di Coffea Canephora aumentò dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la Francia stabilì degli incentivi per favorire l’estensione della sua coltivazione nelle colonie dell’Africa occidentale. Questa decisione rispondeva a un aumento della richiesta di caffè in tutta Europa e soprattutto da parte di paesi come l’Italia, la Francia e la Germania che avevano conosciuto durante la guerra l’uso di surrogati. La coltivazione della Coffea Canephora consentiva di rispondere velocemente e a minor costo a questa richiesta: le più ampie aree produttive e l’abbondanza del raccolto, infatti, consentivano di produrre a costi minori e permettevano di andare incontro a un pubblico le cui possibilità economiche ricominciavano lentamente a crescere.

Anche le grandi catene di caffetterie americane cominciarono ad utilizzare grosse percentuali di questa varietà di caffè nel dopoguerra, sia per far fronte alle richieste di un mercato in espansione sia per abbattere i costi ottenendo al contempo un caffè con un’elevata percentuale di caffeina.

L’aroma

Sul mercato italiano la Coffea Canephora viene utilizzata per “irrobustire” l’Arabica, dando più corpo e carattere alla miscela. Conferisce alla bevanda note di cioccolato, una crema consistente e sottile e le dona densità e un gradevole retrogusto amarognolo, particolarmente amato dal mercato italiano del sud.

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